Università di Catania, una ormai consumata lapide in marmo dedicata ad Andreana Sardo è affissa in Piazza Università, proprio all’ingresso dell’edificio.
Chi era Andreana Sardo e cosa ha fatto per la Sicilia?
Nipote di Giovanni Sardo, docente e bibliotecario dell’Università, figura spesso sottovalutata, Andreana ha di fatto salvato il palazzo dell’Università di Catania e con esso tutti i volumi e il materiale scientifico conservati all’interno del più antico ateneo siciliano.
Tra il 1848 e il 1849, professori e studenti organizzano la resistenza contro i Borbone ed è in questo contesto che Andreana cresce. Il 6 aprile del ’49 le truppe borboniche mettono a soqquadro l’intera città di Catania e, facendosi largo tra i cadaveri dei concittadini e le macerie, Andreana raggiunge il comandante delle truppe borboniche, Nunziante, e riesce pacificamente a convincerlo a risparmiare l’edificio universitario.
Con un gruppo di soldati prontamente si appresta, con gran coraggio, a spegnere l’incendio, salvando in questo modo le due grandi Biblioteche, la Ventimiliana e quella Universitaria, insieme ai gabinetti di fisica, di storia naturale, quello anatomico e l’Osservatorio meteorologico.
Andreana viveva lì e con quell’atto salvò la sua stessa casa, la propria storia, l’intera sua vita. La forza della disperazione le permise di vincere le fiamme, ma questo atto eroico lo pagò a caro prezzo, portando con sé seri problemi di salute per molti anni a seguire.